Orecchio


Orecchio

Diversi e numerosi sono i disturbi che possono colpire l'orecchio, ad ogni età. Per prevenirne, individuarne e curarne i disturbi è necessario rivolgersi a medici, come il dott. Davide Topazio: specializzato in otorinolaringoiatria, utilizza strumenti e tecniche all'avanguardia per diagnosticare in tempo le patologie dell'orecchio, riuscendo a offrire trattamenti personalizzati a pazienti adulti e bambini. Compila il modulo per prendere appuntamento e prenotare una visita specialistica in sede!

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Patologie dell'orecchio 


Le cause e i sintomi delle malattie dell'orecchio sono molteplici e differenti; presso gli ambulatori il dottore esegue un'analisi attenta di ogni aspetto rilevante quale la localizzazione del disturbo, le sensazioni del paziente e la sua anamnesi complessiva.

La visita specialistica condotta dal dott. Davide Topazio è volta all'accertamento dello stato di salute dell'apparato uditivo e comprende l'osservazione dell'aspetto del condotto uditivo esterno e della membrana timpanica, ma non solo: per una visita approfondita lo specialista prosegue con l'osservazione di naso, rinofaringe e orofaringe per la ricerca di segni di infezione, allergia o tumori. 


Grazie a un'ispezione accurata, il dott. Topazio è in grado di individuare per tempo tutte le patologie dell'orecchio, così da prescrivere la terapia più idonea a ogni paziente. Diagnosticare tempestivamente una patologia o un disturbo dell'orecchio può migliorare nettamente la qualità della vita del paziente, perché permette di iniziare subito le migliori cure.

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    L'orecchio è un importante organo di senso responsabile dell'udito e dell’equilibrio statico e dinamico del corpo.

    L’udito è la funzione mediante la quale le onde meccaniche sonore vengono trasformate in impulsi elettrici e processate a livello del sistema nervoso centrale per divenire sensazioni sonore.

    La funzione dell’equilibrio è invece garantita grazie alla percezione degli impulsi gravitazionali ed acceleratori, che vengono trasformati in impulsi elettrici dalla pozione posteriore dell'orecchio interno e processati a livello centrale, e al conseguente adeguamento di vari meccanismi preposti al mantenimento del tono posturale e della fissazione visiva.


    Anatomicamente l'orecchio è suddiviso in tre compartimenti: orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno.

    L'orecchio esterno è, sostanzialmente, la componente dell'orecchio visibile a occhio nudo ai lati della testa. Le principali parti che lo costituiscono sono: il padiglione auricolare, il condotto uditivo esterno (o meato acustico esterno) e la faccia esterna della membrana timpanica.

    Grazie alla loro particolare anatomia, le strutture che formano l'orecchio esterno hanno il compito di convogliare le onde sonore verso l'orecchio medio: il padiglione auricolare accoglie le onde sonore e fa sì che queste imbocchino il condotto uditivo esterno, fino al timpano.



    L'orecchio medio è la componente dell'orecchio compresa tra l'orecchio esterno e l'orecchio interno. Esso comprende la membrana timpanica, la cassa timpanica - dove, oltre a numerosi elementi muscolari, tendinei, nervosi e legamentosi, sono alloggiati i tre ossicini (martello, incudine e staffa) -, la finestra ovale e la finestra rotonda, la tuba uditiva (di Eustachio) e la mastoide.

    Da un punto di vista funzionale l’orecchio medio è deputato alla trasmissione dell’impulso vibratorio dall’orecchio esterno all’orecchio interno, dove avverrà la trasduzione meccano-elettrica.

    Con l'arrivo dei suoni al timpano, questo comincia a vibrare. La vibrazione del timpano segna l'inizio della partecipazione dell'orecchio medio al processo di percezione dei suoni. Vibrando, difatti, il timpano innesca la catena dei tre ossicini: il primo ossicino ad attivarsi è il martello, il secondo è l'incudine e l'ultimo è la staffa. Dalla staffa, le vibrazioni passano alla finestra ovale. Da questo momento in avanti, l'orecchio medio ha portato a termine i suoi compiti ed entra in scena l'orecchio interno.


    L'orecchio interno è la componente più profonda dell'orecchio, situata nel contesto dell'osso temporale; all’interno dello scheletro osseo (labirinto osseo) è accolto il cosiddetto labirinto membranoso. Nello spazio tra i due labirinti ed internamente al labirinto membranoso circolano due differenti fluidi, rispettivamente la perilinfa e l’endolinfa. Interponendosi tra il labirinto osseo e il labirinto membranoso, la perilinfa agisce da cuscinetto ammortizzante, impedendo gli urti tra una delle strutture dell'orecchio interno e le pareti ossee circostanti.

    L'endolinfa invece gioca un ruolo fondamentale nel processo di percezione dei suoni e nei meccanismi di equilibrio. L’orecchio interno è costituito essenzialmente da due differenti porzioni: posteriormente l'apparato vestibolare e anteriormente la coclea.


    Apparato vestibolare: specificatamente deputato al controllo dell'equilibrio, è costituito da utricolo, sacculo e canali semicircolari. All'interno di queste strutture, oltre all’endolinfa, ci sono i cosiddetti otoliti (cristalli di carbonato di calcio) e alcuni elementi cellulari particolari, forniti di ciglia (cellule ciliate). Tutti questi elementi compartecipano nei meccanismi deputati alla regolazione dell'equilibrio statico e dinamico.

    Nella fattispecie, utricolo e sacculo controllano il cosiddetto equilibrio statico, ossia l'equilibrio per i momenti in cui il corpo è immobile o si muove in linea retta, mentre i tre canali semicircolari regolano il cosiddetto equilibrio dinamico, cioè l'equilibrio per i momenti in cui il corpo compie movimenti di rotazione.

    Come anticipato, a giocare un ruolo fondamentale nel meccanismo di regolazione dell'equilibrio sono gli otoliti e le cellule ciliate, presenti assieme all'endolinfa all'interno dell'apparato vestibolare. Infatti il movimento degli otoliti e delle cellule ciliate, successivo agli spostamenti del capo e del corpo, produce una deflessione delle cellule cigliate da cui genera un segnale nervoso, che viene trasmesso al cervello attraverso i nervi vestibolari. Una volta che l'encefalo è a conoscenza degli spostamenti del corpo e della sua posizione nello spazio, può produrre risposte su misura volte a garantire la fissazione visiva e gli adeguamenti muscolari necessari al mantenimento del tono posturale.


    Coclea: simile a una chiocciola, è la struttura dell'orecchio specificatamente deputata alla percezione dei suoni. All'interno della coclea sono riconoscibili tre “camere”: la scala vestibolare, il dotto cocleare e la scala timpanica.

    La struttura specificamente deputata alla funzione uditiva è chiamata organo del Corti, sita a livello del dotto cocleare. L'organo del Corti è un insieme di cellule ciliate molto particolari, deputate all'interazione con l'endolinfa. 

    Da un punto di vista funzionale, una vota che l’impulso “sonoro” ha attraversato l’orecchio medio, le vibrazioni della finestra ovale e della finestra rotonda mettono in moto l'endolinfa presente nella coclea. I movimenti dell'endolinfa cocleare rappresentano il segnale che innesca le cellule dell'organo del Corti. Una volta attivate, le cellule dell'organo del Corti si occupano dell'importante processo di conversione delle onde sonore in impulsi nervosi. A conversione avvenuta, entra in gioco il nervo cocleare, che raccoglie gli impulsi nervosi neogenerati e li invia al lobo temporale dell’encefalo, dove ha luogo la loro rielaborazione.


    Le patologie che coinvolgono l'orecchio sono piuttosto frequenti e possono riguardare qualsiasi fascia di età. Possono essere infiammatorie (acute e croniche), congenite, disfunzionali, neoplastiche (benigne e maligne) e traumatiche.

    Tra i sintomi più comuni delle malattie dell'orecchio ci sono otalgia e otodinia, otorrea, otorragia, disturbi dell’equilibrio e vertigini, ovattamento auricolare, ipoacusia (fino a sordità), acufeni.


    Sintomi e segni più frequenti:


    - ipoacusia: è una riduzione dell'udito che può essere più o meno marcata, monolaterale o bilaterale. Essa può essere classificata in base agli esami strumentali funzionali (esame audiometrico tonale) in lieve, media, grave e profonda. La perdita completa monolaterale dell'udito viene definita anacusia, e cofosi se bilaterale. In base alla sede del danno che porta all’ipoacusia, possiamo distinguere forme trasmissive, in cui il danno è a carico dell'orecchio esterno e medio (cioè del sistema di trasmissione dell’onda sonora), forme neurosensoriali, in cui il danno è a carico dell'orecchio interno e/o delle vie nervose, e forme miste.


    - ovattamento auricolare: è la sensazione di orecchio "tappato", e spesso tale sintomo può essere dovuto alla presenza di tappi di cerume o manifestarsi in corso di versamenti endotimpanici (come le otiti medie effusive). A volte può essere espressione di altre patologie come disfunzioni tubariche, otiti medie croniche, idrope endolinfatica, ecc.


    - acufeni: si intende la percezione sonora (sotto forma di fischi, ronzii e rumori vari) in assenza di una stimolazione acustica. Possono rappresentare il sintomo di varie patologie dell'orecchio e delle vie uditive, ma possono anche essere espressione di una patologia delle strutture vicine all'orecchio, come l'articolazione temporomandibolare, i vasi sanguigni o la tuba d’Eustachio.


    - otalgia: è il dolore all'orecchio, e può associarsi a patologie infiammatorie solitamente acute dell'orecchio esterno e medio, con intensità interindividuale variabile. Spesso il dolore auricolare può essere espressione di patologia in altra sede (cavo orale, faringe, laringe, esofago, articolazione temporo-mandibolare, ghiandole salivari e collo, nervi cranici, ecc.); in questi casi il dolore all’orecchio è un sintomo riferito e si parla pertanto di otalgia riflessa.


    - otorrea: è la fuoriuscita di liquido dall'orecchio; la secrezione può essere sierosa, mucosa, purulenta (pus, ad es. espressione di otiti croniche acute o croniche riacutizzate), o ad acqua di rugiada (otoliquorrea: espressione di una fistola liquorale). In caso di fuoriuscita di materiale ematico si parla di otorragia; questa solitamente è espressione di patologie di varia natura dell'orecchio esterno o medio (ferite del CUE, otiti bolloso-emorragiche, traumi cranici, tumori, ecc);


    - vertigine: è un’anomala illusione di movimento dell'ambiente circostante rispetto al soggetto (vertigine oggettiva), o di quest’ultimo rispetto all'ambiente (vertigine soggettiva); può essere espressione di patologia a carico della porzione vestibolare dell’orecchio interno (vertigine periferica) o di patologia a carico delle strutture centrali del sistema vestibolare (vertigine centrale). In base al decorso si possono avere quadri ad andamento parossistico, con insorgenza improvvisa e risoluzione nel giro di pochi secondi o minuti, fino a quadri sub-continui o cronici, nei quali i sintomi persistono per periodi più prolungati, anche di anni.

    L'orecchio è un importante organo di senso responsabile dell'udito e dell’equilibrio statico e dinamico del corpo. L’udito è la funzione mediante la quale onde meccaniche sonore vengono trasformate in impulsi elettrici e processate a livello del sistema nervoso centrale per divenire sensazioni sonore. La funzione dell’equilibrio è invece garantita grazie alla percezione degli impulsi gravitazionali ed acceleratori, che vengono trasformati in impulsi elettrici dalla pozione posteriore dell'orecchio interno e processati a livello centrale, e al conseguente adeguamento di vari meccanismi preposti al mantenimento del tono posturale e della fissazione visiva.

    Anatomicamente l'orecchio è suddivisibile in tre compartimenti: orecchio esterno, orecchio medio e orecchio interno.

    L'orecchio esterno è, sostanzialmente, la componente dell'orecchio visibile a occhio nudo ai lati della testa. Le principali parti che lo costituiscono sono: il padiglione auricolare, il condotto uditivo esterno (o meato acustico esterno) e la faccia esterna della membrana timpanica.

    Grazie alla loro particolare anatomia, le strutture che formano l'orecchio esterno hanno il compito di convogliare le onde sonore verso l'orecchio medio: il padiglione auricolare accoglie le onde sonore e fa sì che queste imbocchino il condotto uditivo esterno, fino al timpano.


    L'orecchio medio è la componente dell'orecchio compresa tra l'orecchio esterno e l'orecchio interno. Esso comprende la membrana timpanica, la cassa timpanica, dove (oltre a numerosi elementi muscolari, tendinei, nervosi e legamentosi) sono alloggiati i tre ossicini - martello, incudine e staffa, la finestra ovale e la finestra rotonda, la tuba uditiva (di Eustachio) e la mastoide.

    Da un punto di vista funzionale l’orecchio medio è deputato alla trasmissione dell’impulso vibratorio dall’orecchio esterno all’orecchio interno, dove avverrà la trasduzione meccano-elettrica.

    Con l'arrivo dei suoni al timpano, questo comincia a vibrare. La vibrazione del timpano segna l'inizio della partecipazione dell'orecchio medio al processo di percezione dei suoni. Vibrando, difatti, il timpano innesca la catena dei tre ossicini: il primo ossicino ad attivarsi è il martello, il secondo è l'incudine e l'ultimo è la staffa. Dalla staffa, le vibrazioni passano alla finestra ovale. Da questo momento in avanti, l'orecchio medio ha portato a termine i suoi compiti ed entra in scena l'orecchio interno.


    L'orecchio interno è la componente più profonda dell'orecchio, situata nel contesto dell'osso temporale, All’interno dello scheletro osseo (labirinto osseo) è accolto il cosiddetto labirinto membranoso. Nello spazio tra I due labirinti ed internamente al labirinto membranoso circolano due differenti fluidi, rispettivamente la perilinfa e l’endolinfa. Interponendosi tra il labirinto osseo e il labirinto membranoso, la perilinfa agisce da cuscinetto ammortizzante, che impedisce gli urti tra una delle strutture dell'orecchio interno e le pareti ossee circostanti.

    L'endolinfa, invece, gioca un ruolo fondamentale nel processo di percezione dei suoni e nei meccanismi di equilibrio. L’orecchio interno è costituito essenzialmente da due differenti porzioni: posteriormente l'apparato vestibolare e anteriormente la coclea.


    Apparato vestibolare: specificatamente deputato al controllo dell'equilibrio, è costituito da utricolo, sacculo e canali semicircolari. All'interno di queste strutture, oltre all’endolinfa, ci sono I cosiddetti otoliti (cristalli di carbonato di calcio) e degli elementi cellulari particolari, forniti di ciglia (cellule ciliate). Tutti questi elementi compartecipano nei meccanismi deputati alla regolazione dell'equilibrio statico e dinamico.


    Nella fattispecie, utricolo e sacculo controllano il cosiddetto equilibrio statico, ossia l'equilibrio per i momenti in cui il corpo è immobile o si muove in linea retta, mentre I tre canali semicircolari regolano il cosiddetto equilibrio dinamico, cioè l'equilibrio per i momenti in cui il corpo compie movimenti di rotazione.

    Come anticipato, a giocare un ruolo fondamentale nel meccanismo di regolazione dell'equilibrio sono gli otoliti e le cellule ciliate, presenti assieme all'endolinfa all'interno dell'apparato vestibolare. Infatti, il movimento degli otoliti e delle cellule ciliate, successivo agli spostamenti del capo e del corpo, produce una deflessione delle cellule cigliate da cui genera un segnale nervoso, che viene trasmesso al cervello attraverso I nervi vestibolari. Una volta che l'encefalo è a conoscenza degli spostamenti del corpo e della sua posizione nello spazio, può produrre risposte su misura volte a garantire la fissazione visiva e gli adeguamenti muscolari necessari al mantenimento del tono posturale.


    Coclea: simile a una chiocciola, è la struttura dell'orecchio specificatamente deputata alla percezione dei suoni. All'interno della coclea, sono riconoscibili tre “camere”: la scala vestibolare, il dotto cocleare e la scala timpanica.

    La struttura specificamente deputata alla funzione uditiva è chiamata organo del Corti, sita a livello del dotto cocleare. L'organo del Corti è un insieme di cellule ciliate molto particolari, deputate all'interazione con l'endolinfa. 

    Da un punto di vista funzionale, una vota che l’impulso “sonoro” ha attraversato l’orecchio medio, Le vibrazioni della finestra ovale e della finestra rotonda, mettono in moto l'endolinfa presente nella coclea. I movimenti dell'endolinfa cocleare rappresentano il segnale che innesca le cellule dell'organo del Corti. Una volta attivate, le cellule dell'organo del Corti si occupano dell'importante processo di conversione delle onde sonore in impulsi nervosi. A conversione avvenuta, entra in gioco il nervo cocleare, che raccoglie gli impulsi nervosi neogenerati e li invia al lobo temporale dell’encefalo, dove ha luogo la loro rielaborazione.


    Le patologie che coinvolgono l'orecchio sono piuttosto frequenti e possono riguardare qualsiasi fascia di età. Possono essere infiammatorie (acute e croniche), congenite, disfunzionali, neoplastiche (benigne e maligne) e traumatiche.

    Tra i sintomi più comuni delle malattie dell'orecchio, rientrano: Otalgia e otodinia, otorrea, otorragia, disturbi dell’equilibrio e vertigini, ovattamento auricolare, ipoacusia (fino a sordità), acufeni.

    Sintomi e segni più frequenti

    - Il termine ipoacusia indica una riduzione dell'udito che può essere più o meno marcata, monolaterale o bilaterale. Essa può essere classificata in base agli esami strumentali funzionali (esame audiometrico tonale) in lieve, media, grave e profonda. La perdita completa monolaterale dell'udito viene definita anacusia, mentre se bilaterale cofosi. In base alla sede del danno che porta alla ipoacusia possiamo distinguere forme trasmissive, in cui il danno è a carico dell'orecchio esterno e medio (cioè del sistema di trasmissione dell’onda sonora), forme neurosensoriali, in cui il danno è a carico dell'orecchio interno e/o delle vie nervose. e forme miste;

    - Si definisce ovattamento auricolare la sensazione di orecchio "tappato": spesso tale sintomo può essere dovuto alla presenza di tappi di cerume o manifestarsi in corso di versamenti endotimpanici (come le otiti medie effusive), ma può essere espressione di altre patologie come disfunzioni tubariche, otiti medie croniche, idrope endolinfatica, ecc;


    - Col termine acufeni si intende la percezione sonora (sotto forma di fischi, ronzii e rumori vari) in assenza di una stimolazione acustica. Possono rappresentare un sintomo di varie patologie dell'orecchio e delle vie uditive, ma possono anche essere espressione di patologia delle strutture vicine all'orecchio, come l'articolazione temporomandibolare, i vasi sanguigni o la tuba d’Eustachio;

    - Il termine otalgia indica il dolore all'orecchio. Questo può associarsi a patologie infiammatorie solitamente acute dell'orecchio esterno e medio, con intensità interindividuale variabile. Spesso il dolore auricolare può essere espressione di patologia in altra sede (cavo orale, faringe, laringe, esofago, articolazione temporo-mandibolare, ghiandole salivari e collo, nervi cranici, ecc.); in questi casi il dolore all’orecchio è un sintomo riferito e si parla pertanto di otalgia riflessa;

    - La fuoriuscita di liquido dall'orecchio è detta otorrea; la secrezione può essere sierosa, mucosa, purulenta (pus, ad es. espressione di otiti croniche acute o croniche riacutizzate) ad acqua di rugiada (otoliquorrea: espressione di una fistola liquorale). In caso di fuoriuscita di materiale ematico si parla di otorragia; questa solitamente è espressione di patologie di varia natura dell'orecchio esterno o medio (ferite del CUE, otiti bolloso-emorragiche, traumi cranici, tumori, ecc);

    -Vertigine, anomala illusione di movimento dell'ambiente circostante rispetto al soggetto (vertigine oggettiva) o di quest’ultimo rispetto all'ambiente (vertigine soggettiva); può essere espressione di patologia a carico della porzione vestibolare dell’orecchio interno (vertigine periferica) o di patologia a carico delle strutture centrali del sistema vestibolare (vertigine centrale). In base al decorso si possono avere quadri ad andamento parossistico, con insorgenza improvvisa e risoluzione nel giro di pochi secondi o minuti, fino a quadri sub-continui o cronici, nei quali i sintomi persistono per periodi più prolungati, anche di anni.


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